2 Maggio 2025
Difendere il Made in Italy: una sfida strategica per le nostre imprese



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Negli ultimi anni, le nostre produzioni agroalimentari, hanno affrontato numerose sfide, dalla concorrenza internazionale alla necessità di innovare strategie di marketing e distribuzione. Tuttavia, oggi ci troviamo di fronte a un pericolo ancora più grande: le nuove politiche protezionistiche, a partire dai dazi americani, rischiano di compromettere la competitività del nostro Made in Italy sui mercati tradizionali.

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Non possiamo permettere che le nostre produzioni di eccellenza, costruite con anni di esperienza, tradizione e qualità, subiscano un colpo mortale a causa di dinamiche geopolitiche che limitano l’accesso ai mercati storici. È necessario un intervento forte e coordinato, che parta dall’Europa e coinvolga tutte le istituzioni, ma soprattutto dobbiamo essere noi, imprenditori e associazioni, a rimboccarci le maniche e ridefinire le strategie di espansione.

Diversificare i mercati: una scelta obbligata

Il mondo è grande e le opportunità esistono. Non possiamo limitarci a inseguire esclusivamente i mercati tradizionali, come quello statunitense o europeo, ma dobbiamo aprirci a nuove prospettive: dall’Asia al Medio Oriente, dall’Africa alle Americhe emergenti. Esistono aree con una crescente classe media che apprezza i prodotti di qualità e che può diventare un bacino strategico per il nostro export.

L’enoturismo, evidenziato nell’articolo, è una delle leve più importanti per valorizzare il nostro settore vinicolo, ma non basta. È necessario un approccio integrato che metta insieme promozione, distribuzione e innovazione tecnologica, sfruttando il digitale e l’intelligenza artificiale per raggiungere nuovi consumatori.

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Fare sistema per non rimanere indietro

Se vogliamo davvero difendere il Made in Italy, non possiamo agire in ordine sparso. Le piccole e medie imprese devono unirsi alle grandi, e viceversa, creando reti di collaborazione che permettano di affrontare le sfide globali con maggiore forza. L’associazionismo imprenditoriale, come quello promosso dalla nostra Confederazione e da altre realtà simili, è la chiave per superare questo momento di difficoltà.

Dobbiamo prepararci a una nuova era, non solo tecnologica, ma anche geopolitica ed economica. Il marketing tradizionale non basta più, servono nuove strategie basate sull’analisi dei dati, sulla digitalizzazione e sulla capacità di adattarsi ai cambiamenti.

Oggi più che mai, la sfida non è solo difendere ciò che abbiamo costruito, ma guardare oltre e anticipare il futuro. Se sapremo cogliere questa opportunità, il Made in Italy non solo resisterà, ma continuerà a essere un simbolo di eccellenza nel mondo.




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