2 Maggio 2025
“Trend preoccupante per il primo trimestre 2025”


Terni perde terreno: allarme imprese nella provincia, segnali di crisi strutturale. La provincia di Terni conferma un trend preoccupante nel primo trimestre del 2025, con un saldo negativo di 49 imprese in meno rispetto alla fine del 2024, pari a una flessione dello 0,23%. Sebbene il dato sia identico a quello registrato a Perugia, il quadro ternano appare ancora più critico se si analizzano le dinamiche interne della struttura imprenditoriale locale.

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A colpire è soprattutto il crollo delle ditte individuali, scese a Terni dello 0,68% in appena tre mesi, un dato quasi triplo rispetto alla media regionale (-0,28%) e ben peggiore della lieve flessione registrata a Perugia (-0,05%). Le imprese individuali restano comunque la forma prevalente nella regione, con 33.761 unità totali, ma la loro fragilità espone il tessuto economico a continui contraccolpi.

Non mancano segnali positivi, anche se limitati. Le società di capitale, considerate più strutturate e orientate alla crescita, sono aumentate a Terni dello 0,88%, ben al di sopra della media regionale (+0,54%), pur restando minoritarie in termini assoluti. A oggi, nella provincia, rappresentano il 29,9% del totale delle imprese attive, contro il 27,8% di Perugia. Tuttavia, il loro peso resta insufficiente a riequilibrare una base imprenditoriale ancora troppo fragile e dispersiva.

A livello regionale, l’Umbria ha perso 670 imprese in un anno (-0,74%), facendo registrare la seconda peggior performance d’Italia dopo il Molise (-0,80%). Il saldo trimestrale si ferma a -211 unità, in un contesto nazionale dove la media di decrescita è molto più contenuta (-0,05%).

“Non possiamo più far finta che sia colpa della congiuntura – commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria – Serve un vero salto di qualità. La nostra economia è ancora troppo legata a micro-imprese fragili e poco competitive. Bisogna investire su formazione, digitalizzazione, attrazione di investimenti e giovani talenti”.

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Nel frattempo, i settori tradizionali – commercio, agricoltura e manifattura – continuano a perdere terreno, mentre tengono i comparti dei servizi professionali e consulenziali. Terni, priva di una base imprenditoriale solida e in difficoltà nella riconversione verso settori innovativi, rischia di rimanere impantanata in una stagnazione strutturale.



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