3 Maggio 2025
Primo Maggio a Montemurlo: uniti nel nome di Luana


Toscana

Piazza piena per ricordare la giovane operaia morta sul lavoro e per chiedere più sicurezza. Il sindaco: “La battaglia di Emma è la battaglia di tutti noi”

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Luana D’Orazio, giovane vittima del lavoro

Una piazza della Repubblica gremita di persone e colorata di bandiere ha fatto da cornice oggi a una delle tre manifestazioni nazionali indette da Cgil, Cisl e Uil per il Primo Maggio, quest’anno unite sotto lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”. Un titolo che è diventato appello, richiesta, impegno urgente, in una terra ferita da una delle tragedie simbolo del lavoro che uccide: quella di Luana D’Orazio, la giovane madre di 22 anni morta il 3 maggio 2021 in un’azienda tessile del territorio.

A rendere ancora più significativo il momento è stata la presenza della madre di Luana, Emma Marrazzo, accolta tra gli applausi e l’affetto della folla e dal sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, che nel pomeriggio intitolerà una strada alla figlia. Al suo fianco anche la ministra del Lavoro Marina Calderone. «La battaglia di Emma è la battaglia di tutti noi», ha scritto il sindaco su Facebook, «perché mai più nessuno debba piangere la morte di un familiare sul posto di lavoro».

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A seguire, si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti sindacali, tra cui Gessica Beneforti, segretaria regionale della Cgil Toscana, e Silvia Russo, segretaria generale della Cisl Toscana. Proprio Russo ha tracciato un quadro drammatico della situazione nella regione: «In Toscana il 70,7% delle imprese controllate – e sono ancora troppo poche – non è in regola con la prevenzione degli infortuni sul lavoro». Da qui l’appello: «Occorrono più risorse, più ispettori, ma soprattutto una strategia nazionale per la prevenzione».

La dirigente sindacale ha posto l’accento sulla necessità di un cambio culturale: «La sicurezza non è un ostacolo alla produttività, ma una condizione essenziale per il benessere lavorativo e lo sviluppo sostenibile delle imprese». E ha aggiunto: «Non possiamo chiedere ai lavoratori di bypassare le misure di sicurezza per produrre di più. Dobbiamo invece portare la cultura della prevenzione nelle scuole, perché il lavoro non è solo fonte di reddito, ma deve essere un luogo sicuro per tutti».

A chiudere la mattinata è stato l’intervento del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha ribadito con forza l’impegno dei sindacati: «La sicurezza non è un costo, è un diritto. E la memoria di Luana ci ricorda ogni giorno che dietro ogni numero ci sono volti, famiglie, vite spezzate».

Il Primo Maggio a Montemurlo si è trasformato così da semplice celebrazione a grido collettivo, per un’Italia dove non si muoia più lavorando. Una giornata di memoria, ma soprattutto di mobilitazione.



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