
Il governo degli Stati Uniti ha presentato la prima proposta di bilancio federale firmata da Donald trump. Questo documento, definito “skinny budget”, contiene le linee guida finanziarie per l’anno fiscale 2026, che partirà a ottobre 2025. Le scelte segnalano un cambio netto nelle priorità, con forti riduzioni in settori come ambiente, sanità e istruzione, e un aumento record per la sicurezza interna e la difesa militare. Il progetto arriverà ora al Congresso, che dovrà discuterlo e approvarlo.
Le priorità del bilancio federale per il 2026 sotto trump
La recente proposta di bilancio evidenzia come la nuova presidenza trump voglia rimodellare il ruolo del governo federale secondo una linea conservatrice molto marcata. I tagli riguardano programmi ambientali, energie rinnovabili, sostegni sociali e iniziative contro la discriminazione, definite “woke” dalla Casa Bianca. L’eliminazione o la riduzione di fondi interessa anche settori come l’istruzione pubblica e la salute. Al contrario le risorse per difesa e sicurezza, incluse le operazioni ai confini contro l’immigrazione, sono state aumentate del 13%, portando il budget militare a superare mille miliardi di dollari, un livello quasi doppio rispetto alla spesa discrezionale rimanente del governo.
Un taglio agli aiuti esteri
Una voce alternative importante riguarda gli aiuti all’estero, che subiscono tagli significativi. Tutti questi interventi traducono in cifre la volontà del presidente di dare al governo un ruolo limitato negli ambiti sociali e ambientali e rafforzare invece il comparto della sicurezza, riconducibile anche alle misure volte a controllare la migrazione.
Il percorso legislativo e le reazioni nel congresso
Lo “skinny budget” è solo un primo passo, privo di dettagli approfonditi, che anticipa un piano finanziario più articolato in arrivo entro la fine del mese. Il documento è già stato inviato al Congresso, che, con maggioranze repubblicane in entrambe le Camere, sta lavorando a un disegno di legge atteso per il 4 luglio. Quel testo dovrebbe contenere una vasta serie di tagli fiscali e misure per alleggerire la pressione fiscale di circa 4500 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni.
Si registra però già qualche difficoltà a trovare le coperture, perché le riduzioni di spesa identificate finora ammontano a circa 1500 miliardi, molto meno rispetto agli sgravi fiscali previsti. Questo genera tensioni e dubbi sull’effettiva realizzazione di tutte le intenzioni del presidente. Il processo appare complicato, anche perché coinvolge tagli non solo futuri ma retroattivi, come nel caso dei finanziamenti già stanziati per il 2025.
Tagli a programmi sociali, sanitari e ambientali
Uno degli aspetti più controversi del bilancio proposto riguarda la drastica riduzione dei fondi a programmi sociali chiave. Sparisce o si riduce notevolmente il finanziamento per Head Start, programma di assistenza all’infanzia rivolto a famiglie con basso reddito. Anche la sanità perde risorse importanti, con tagli per circa 40 miliardi di dollari destinati a ospedali rurali e servizi di prevenzione per gravidanze tra adolescenti.
L’agenzia per la protezione ambientale deve affrontare una riduzione severa del budget, con conseguenze sulla capacità di attuare politiche contro il cambiamento climatico e di promuovere l’energia rinnovabile. Allo stesso modo, il dipartimento dell’istruzione vede cancellati gran parte dei suoi fondi destinati alla scuola pubblica e ai programmi di inclusività.
Questi tagli riflettono la linea del governo trump di ridimensionare l’intervento pubblico in ambito sociale e ambientale, al fine di spostare risorse verso altri capitoli di spesa giudicati prioritari dalla presidenza.
Il bilancio e le mosse fiscali collegate
Il bilancio federale va di pari passo con le mosse fiscali annunciate dalla Casa Bianca. Il responsabile del bilancio Russell Vought, volto noto dell’agenda chiamata Project 2025, ha predisposto un pacchetto che mira a rescindere fondi già assegnati nel 2025, per oltre 9 miliardi, includendo così aiuti umanitari e il sostegno alla televisione pubblica.
Si tratta di una strategia di disimpegno in settori considerati non essenziali dal governo corrente. Al tempo stesso, l’obiettivo è ampliare gli sgravi fiscali per le famiglie e le imprese. Il piano complessivo punta a ridurre la pressione fiscale su un’ampia fetta di contribuenti, con misure che interessano sia la tassazione diretta, sia gli incentivi fiscali, ma la copertura finanziaria rimane un nodo da sciogliere nel confronto con il Congresso.
La proposta di bilancio e le iniziative collegate disegnano così uno scenario di forti spostamenti di risorse tra spese sociali e militari, e di un rinnovato approccio alla spesa pubblica, innescando accesi dibattiti sulle priorità del paese e sul futuro delle politiche federali.
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