8 Maggio 2025
A Xiong’an, in Cina, è già arrivata la rete 10G


Mentre gran parte dei Paesi del mondo si stanno ancora attrezzando per portare la rete 5G in ogni angolo del proprio territorio, in Cina il “raddoppio” è già realtà. Nella futuristica città di Xiong’an, infatti, è appena stata attivata la prima rete a banda larga 10G del pianeta. Il progetto è frutto della collaborazione tra China Unicom e Huawei e si basa sulla cosiddetta tecnologia 50G-PON, capace di garantire una velocità tale da scaricare film in pochi secondi o giocare in streaming senza il minimo ritardo. La rete permetterà anche di far girare in tempo reale sistemi avanzati di intelligenza artificiale, come i modelli linguistici di nuova generazione, rendendo possibile l’integrazione capillare dell’IA nella vita quotidiana. È un salto tecnologico pensato per una metropoli che punta a diventare il simbolo della Cina del futuro, sia dal punto di vista urbanistico sia digitale.

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Connessione totale. La rete 10G non è studiata solo per dare una spinta all’intrattenimento o allo smart working, ma anche per trasformare l’intero tessuto urbano in un grande ecosistema iperconnesso. Grazie alla banda larghissima e alla latenza quasi nulla, diventeranno possibili applicazioni che oggi sembrano ancora fantascienza: auto a guida autonoma capaci di comunicare tra loro in tempo reale; visori di realtà virtuale (e di realtà aumentata) utilizzabili in spazi pubblici senza ritardi; diagnosi (e operazioni) mediche a distanza con analisi istantanee; gestione intelligente dell’energia e del traffico. L’infrastruttura digitale sarà il vero “cervello” della città, in grado di analizzare e reagire ai dati raccolti in ogni momento, e sarà un enorme banco di prova per l’uso delle reti in altri ambiti urbani. Come a dire: quello che funziona qui, potrebbe presto arrivare altrove.

Una città laboratorio. Xiong’an è stata fondata nel 2017 per volontà del governo cinese, che l’ha immaginata come un centro hi-tech all’avanguardia pensato per ospitare sedi distaccate dell’amministrazione di Pechino e imprese innovative. È stata costruita con criteri architettonici green, a bassa densità e con spazi pubblici pensati per la socialità e la sostenibilità. Uno degli aspetti chiave è il cosiddetto “15-minute life circle”: ogni cittadino deve avere a portata di una camminata tutto ciò che serve per vivere, dallo studio alla sanità, dallo svago alla burocrazia. A oggi, sono già stati creati oltre 200 centri di servizi locali, tra biblioteche, cliniche, parchi, scuole e sale polivalenti. Droni e sensori monitorano l’ambiente, e i trasporti sono pensati per ridurre al minimo l’uso dell’auto.

Una visione a metà tra la città del futuro e un villaggio ideale. Tutto bellissimo? Non proprio.

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Smart o deserta? Nonostante l’alta tecnologia e gli investimenti miliardari (si parla di oltre 100 miliardi di dollari), Xiong’an non è ancora riuscita ad attrarre davvero la popolazione. Alcuni la definiscono “una città fantasma“, dove tutto è perfetto, ma manca la vita reale. Secondo gli analisti di Bloomberg, a scarseggiare sarebbe l’interesse del settore privato, ed è il motivo per cui molte infrastrutture restano sottoutilizzate. Tuttavia, secondo fonti ufficiali cinesi, la città sta crescendo e si sta animando giorno dopo giorno, grazie a scuole notturne, attività sportive, corsi di artigianato, spazi di coworking e programmi di inclusione per giovani e anziani.

La speranza del governo è che, grazie alla rete 10G e alle potenzialità offerte, Xiong’an possa diventare non soltanto un modello urbanistico, ma anche un polo di attrazione per startup tecnologiche, ricercatori e famiglie in cerca di un nuovo stile di vita. Se dovesse funzionare, questo avveniristico progetto già in corso potrebbe riscrivere il concetto stesso di città.





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