
Mentre gran parte dei Paesi del mondo si stanno ancora attrezzando per portare la rete 5G in ogni angolo del proprio territorio, in Cina il “raddoppio” è già realtà. Nella futuristica città di Xiong’an, infatti, è appena stata attivata la prima rete a banda larga 10G del pianeta. Il progetto è frutto della collaborazione tra China Unicom e Huawei e si basa sulla cosiddetta tecnologia 50G-PON, capace di garantire una velocità tale da scaricare film in pochi secondi o giocare in streaming senza il minimo ritardo. La rete permetterà anche di far girare in tempo reale sistemi avanzati di intelligenza artificiale, come i modelli linguistici di nuova generazione, rendendo possibile l’integrazione capillare dell’IA nella vita quotidiana. È un salto tecnologico pensato per una metropoli che punta a diventare il simbolo della Cina del futuro, sia dal punto di vista urbanistico sia digitale.
Connessione totale. La rete 10G non è studiata solo per dare una spinta all’intrattenimento o allo smart working, ma anche per trasformare l’intero tessuto urbano in un grande ecosistema iperconnesso. Grazie alla banda larghissima e alla latenza quasi nulla, diventeranno possibili applicazioni che oggi sembrano ancora fantascienza: auto a guida autonoma capaci di comunicare tra loro in tempo reale; visori di realtà virtuale (e di realtà aumentata) utilizzabili in spazi pubblici senza ritardi; diagnosi (e operazioni) mediche a distanza con analisi istantanee; gestione intelligente dell’energia e del traffico. L’infrastruttura digitale sarà il vero “cervello” della città, in grado di analizzare e reagire ai dati raccolti in ogni momento, e sarà un enorme banco di prova per l’uso delle reti in altri ambiti urbani. Come a dire: quello che funziona qui, potrebbe presto arrivare altrove.
Una città laboratorio. Xiong’an è stata fondata nel 2017 per volontà del governo cinese, che l’ha immaginata come un centro hi-tech all’avanguardia pensato per ospitare sedi distaccate dell’amministrazione di Pechino e imprese innovative. È stata costruita con criteri architettonici green, a bassa densità e con spazi pubblici pensati per la socialità e la sostenibilità. Uno degli aspetti chiave è il cosiddetto “15-minute life circle”: ogni cittadino deve avere a portata di una camminata tutto ciò che serve per vivere, dallo studio alla sanità, dallo svago alla burocrazia. A oggi, sono già stati creati oltre 200 centri di servizi locali, tra biblioteche, cliniche, parchi, scuole e sale polivalenti. Droni e sensori monitorano l’ambiente, e i trasporti sono pensati per ridurre al minimo l’uso dell’auto.
Una visione a metà tra la città del futuro e un villaggio ideale. Tutto bellissimo? Non proprio.
Smart o deserta? Nonostante l’alta tecnologia e gli investimenti miliardari (si parla di oltre 100 miliardi di dollari), Xiong’an non è ancora riuscita ad attrarre davvero la popolazione. Alcuni la definiscono “una città fantasma“, dove tutto è perfetto, ma manca la vita reale. Secondo gli analisti di Bloomberg, a scarseggiare sarebbe l’interesse del settore privato, ed è il motivo per cui molte infrastrutture restano sottoutilizzate. Tuttavia, secondo fonti ufficiali cinesi, la città sta crescendo e si sta animando giorno dopo giorno, grazie a scuole notturne, attività sportive, corsi di artigianato, spazi di coworking e programmi di inclusione per giovani e anziani.
La speranza del governo è che, grazie alla rete 10G e alle potenzialità offerte, Xiong’an possa diventare non soltanto un modello urbanistico, ma anche un polo di attrazione per startup tecnologiche, ricercatori e famiglie in cerca di un nuovo stile di vita. Se dovesse funzionare, questo avveniristico progetto già in corso potrebbe riscrivere il concetto stesso di città.
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