9 Maggio 2025
Italia 1 Giga, allarme ANIE SIT: Fondi PNRR a rischio


Oggi a Roma il convegno ANIE SIT. Focus su fibra ottica e 5G: imprese e istituzioni a confronto per superare i ritardi e rilanciare gli investimenti.

Conto alla rovescia per il piano Italia 1 Giga, con i fondi del PNRR che vanno usati entro la scadenza di giugno 2026. Il tempo stringe e la filiera delle telecomunicazioni lancia l’allarme al convegno organizzato oggi a Roma da ANIE SIT, l’Associazione che all’interno di Federazione ANIE rappresenta le aziende attive nella realizzazione e gestione delle infrastrutture di rete, denominato al convegno “Filiera TLC e digitalizzazione dell’Italia: criticità e proposte per centrare gli obiettivi del PNRR”.

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Le criticità del piano Italia 1 Giga

I cantieri sono in ritardo, manca la manodopera sufficiente per completare i lavori, tanto più che nel nostro paese oltre al piano Italia 1 Giga è tuttora in corso il piano BUL che ha bisogno a sua volta di manodopera specializzata per giungere a compimento entro quest’anno.  

A peggiorare il quadro gli ostacoli burocratici e la sostenibilità economica delle imprese, che rischiano di compromettere gli obiettivi di digitalizzazione del Paese. Il settore delle costruzioni di reti di telecomunicazioni in Italia sta attraversando una crisi strutturale che mette a rischio la sua stabilità economica e il raggiungimento degli obiettivi del PNRR per la digitalizzazione del Paese.

In alcune regioni italiane la combinazione di scarsa lavorabilità e carenza di risorse è tale da compromettere seriamente gli obiettivi.  A ciò si aggiungono fattori strutturali come l’aumento dei costi dei materiali e del debito, la ritardata fatturazione delle opere eseguite e la concorrenza di settori più attrattivi sul piano salariale che penalizzano il reclutamento nel comparto Tlc.

Piergiovanni (ANIE SIT): ‘Italia a 1 Giga a rilento, siamo al 48% di avanzamento’

Per Luigi Piergiovanni, Presidente di ANIE SIT “Il Piano Italia 1 Giga procede a rilento: a marzo 2025 siamo al 48% di avanzamento medio, ma molte regioni sono ben sotto questa soglia. Se non cambiano le condizioni operative e non vengono introdotte misure straordinarie, il sistema non ce la farà a raggiungere l’obiettivo del 2026. Le nostre imprese hanno investito in mezzi e risorse, ma oggi affrontano ritardi nei pagamenti, carenze di manodopera e una continua incertezza nei flussi di lavoro. Servono interventi rapidi su permessi, listini, fiscalità e incentivi, ma anche una riflessione realistica sul cronoprogramma. Non possiamo permetterci che metà del Paese resti indietro nella digitalizzazione”.

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Insomma, manca poco più di un anno alla fine del PNRR e siamo a meno della metà del piano.

Fra le ipotesi sul tavolo, la revisione del cronoprogramma e il taglio di civici da collegare, si parla di circa 600mila – 700mila civici in meno rispetto alle attese nelle Aree grigie perché troppo lontani o inesistenti, che potrebbero portare ad una revisione al ribasso delle coperture.

Ipotesi di spostare i progetti del PNRR su altri fondi

Revisione del Piano Italia 1 Giga sempre più urgente per non perdere i fondi del PNRR. Al vaglio l’ipotesi di spostare i progetti del PNRR su altri fondi Ue avanzata dal Commissario Ue Raffaele Fitto. Ma per ogni cambiamento serve l’ok di Bruxelles.

L’obiettivo è arrivare a centrare il target di 3,4 milioni di civici da cablare con la fibra ottica in modo da non vedere sfumare un progetto tra i più significativi di quelli previsti dal Pnrr, con 3,8 miliardi stanziati. Non dovesse andare in porto l’accordo, l’alternativa sarebbe quella – proposta anche dall’Europa – di rivedere il piano nazionale escludendo i progetti da ritenersi irrealizzabili.

Fibercop e Open Fiber troveranno un accordo

Resta da capire se Open Fiber e Fibercop, che si sono aggiudicate il bando Italia 1 Giga, riusciranno a trovare un accordo per velocizzare i lavori. Fibercop aveva chiesto di subentrare a Open Fiber, che tuttavia finora ha rifiutato.

All’incontro è stato trattato anche il tema del mercato radiomobile e dell’espansione del 5G, ancora rallentata da vincoli autorizzativi, nonostante la disponibilità di forza lavoro.

I tempi per il rilascio dei permessi per le torri sono sempre molto elevati, si parla di circa 10 mesi.

L’evento ha visto la partecipazione di operatori di rete, istituzioni, imprese e stakeholder del settore. Tra i partecipanti Infratel, Open Fiber, FiberCop, Eolo, Retelit, Wind Tre, Fastweb-Vodafone, Cellnex e Inwit.

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Asstel: ‘Servono misure a sostegno del Lavoro per rafforzare l’ecosistema delle Tlc e centrare gli obiettivi del PNRR’

“L’ecosistema delle TLC è chiamato ad affrontare la realizzazione di infrastrutture fondamentali per il futuro digitale del Paese in un contesto in cui le imprese hanno garantito investimenti costanti nonostante un saldo di cassa pari a -10 miliardi di euro e ricavi diminuiti di oltre 7 miliardi di euro tra il 2013 e il 2023. Questo non ha impedito investimenti per 85 miliardi di euro nel medesimo periodo, relativi in particolare alla realizzazione dell’infrastruttura broadband con reti VHCN e 5G, e agli investimenti per l’acquisto e il rinnovo delle licenze. Per centrare gli obiettivi di sviluppo, in particolare quelli del Pnrr, è indispensabile un approccio condiviso con le istituzioni che assicuri sostenibilità economica e valorizzazione delle competenze delle persone che vi lavorano”. Così Francesco Algieri (Asstel) al convegno “Filiera TLC e digitalizzazione dell’Italia: criticità e proposte per centrare gli obiettivi del PNRR”, promosso da ANIE SIT per approfondire le sfide e le prospettive di un settore strategico e oggi sotto forte pressione.

Nel suo intervento, Algieri ha evidenziato che l’Associazione ha accolto con favore le prime misure sul lavoro presentate recentemente dal Governo nel Tavolo di Settore “a partire dal riconoscimento del CCNL TLC come contratto di riferimento per le attività di CRM/BPO, al fine di garantire tutele omogenee per i lavoratori e contrastare fenomeni di dumping contrattuale. Fondamentale – ha aggiunto – il tema delle misure di sostegno al reddito, con l’attribuzione in favore del Fondo di Solidarietà TLC, delle risorse già versate dalle aziende al FIS, così da rafforzare gli strumenti di protezione in una fase di profonda trasformazione di tutto il mercato. Tra le leve indispensabili per accompagnare la transizione, Algieri ha richiamato l’importanza di poter disporre di strumenti di gestione delle transizioni lavorative per realizzare il processo di ricambio generazionale, il consolidamento e l’accrescimento delle competenze delle persone in coerenza con i processi di riorganizzazione connessi alla trasformazione digitale delle imprese. Finalità queste che trovano nel Contratto di Espansione una sintesi efficace e per questo ne auspichiamo il rifinanziamento”.

Al centro della riflessione anche il rapporto tra scuola e lavoro, quale pilastro per affrontare la carenza di profili tecnici qualificati e per assicurare la gestione efficace delle attività connesse ai progetti Pnrr.

«Lavoro, competenze e sostenibilità degli investimenti sono tre elementi inscindibili non solo per le imprese e le persone che operano nella Filiera ma anche per accompagnare l’Italia verso gli obiettivi di digitalizzazione e crescita previsti anche dal Pnrr», ha concluso Algieri.

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