
Una selezione dei protagonisti della sostenibilità che ETicaNews ha incontrato nell’ultimo periodo. Una parte del mondo raccolto nelle ET.directories: Kathy Hochul, Sean Mahar Lefton, Mark van Baal, Hortense Bioy, Sean Kidney, Patrick Drum e Jean-Jacques Barbéris
Nel corso delle ultime settimane, ETicaNews ha coinvolto o menzionato una serie di protagonisti del business sostenibile e responsabile. Di seguito, ne riportiamo alcuni, con una breve sintesi di ciò che hanno detto e delle posizioni che hanno espresso, con rimando al relativo articolo. Queste persone sono solo una minima parte delle centinaia di protagonisti che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nel nostro database, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e finanza responsabile.
ABBIAMO PARLATO DI…
Kathy Hochul, Governatrice dello Stato di New York e Sean Mahar Lefton, Acting Commissioner del New York State Department of Environmental Conservation
ARTICOLO: New York vuole l’obbligo di reporting Ghg
Il Dipartimento per la Conservazione Ambientale (Dec) dello Stato di New York ha pubblicato la bozza del Mandatory Greenhouse Gas Reporting Program, attualmente in consultazione pubblica fino al 1° luglio 2025. Il programma impone l’obbligo di rendicontazione annuale delle emissioni di gas serra a partire da giugno 2027, senza prevedere obblighi di riduzione o acquisto di permessi, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei dati ambientali a supporto delle politiche climatiche. Sono coinvolti impianti con emissioni ≥10.000 tonnellate di CO₂ per anno, fornitori di combustibili fossili, trasportatori di rifiuti, aziende elettriche, fornitori di fertilizzanti e gestori di impianti di trattamento liquami. I grandi emettitori dovranno sottoporre i dati a verifica indipendente. Il regolamento rappresenta un primo passo verso un possibile sistema di pricing della CO₂. Il Dec svilupperà una piattaforma digitale, offrirà formazione e strumenti per semplificare la compliance, integrando dati già raccolti per ridurre i costi, anche per le PMI. L’iniziativa rientra nel Sustainable Future Program da 1 miliardo di dollari.
ABBIAMO PARLATO DI…
Mark van Baal, fondatore di Follow This
ARTICOLO: Attivisti Esg in assemblea costretti a stop
L’organizzazione no profit Follow This ha annunciato la sospensione delle proprie campagne a favore della transizione energetica delle aziende oil, per la prima volta dal 2016. La decisione è legata al calo di sostegno da parte degli investitori, passato da picchi dell’80% (Phillips 66) e 60% (Chevron) a una media attuale del 20 per cento. Il contesto è cambiato radicalmente a causa del crescente sentimento anti-ESG negli USA, rafforzato da azioni legali e nuove linee guida della Sec che ostacolano le delibere attiviste, percepite come “microgestione”. La guerra in Ucraina e l’impennata dei prezzi energetici hanno riportato l’interesse degli azionisti verso il settore petrolifero, complice anche il rendimento deludente delle rinnovabili. Exxon ha inoltre citato in giudizio Follow This e Arjuna Capital, poi ritirata con un accordo extragiudiziale. I principali operatori oil hanno ridimensionato i loro obiettivi climatici senza incontrare opposizione. Follow This userà la pausa per ridefinire la propria strategia con i finanziatori.
ABBIAMO PARLATO DI…
Hortense Bioy, Head of sustainable investing research at Morningstar Sustainalytics
ARTICOLO: Il dilemma Esg e la sveglia di Morningstar
A 100 giorni dal secondo mandato Trump, Morningstar analizza l’impatto politico sugli investimenti Esg, sottolineando che, nonostante le turbolenze istituzionali, i rischi legati alla sostenibilità restano invariati, se non sono addirittura accentuati dalla confusione normativa. Negli Usa, l’Inflation Reduction Act difficilmente sarà abrogato, ma si prevede un suo indebolimento a favore dei combustibili fossili. La deregolamentazione ambientale potrebbe ridurre artificialmente i rischi percepiti nel breve termine, mentre quelli climatici cresceranno nel medio-lungo. La retorica politica ha inoltre frenato le aziende nel promuovere l’agenda Esg, creando uno scollamento tra comunicazione pubblica e valutazioni di rischio interne. In Europa, il ritorno di Trump ha spostato l’attenzione dalla sostenibilità alla crescita e alla difesa, rendendo più difficile per gli investitori valutare i rischi Esg a causa della semplificazione normativa. Hortense Bioy evidenzia che questa fase ha messo in discussione i progressi climatici, ma ha anche chiarito l’importanza di un approccio ESG solido e lungimirante.
ABBIAMO PARLATO DI…
Sean Kidney, Amministratore delegato di Climate Bonds Initiative e Patrick Drum, gestore fondi a reddito fisso presso Saturna Capital
ARTICOLO: Negli Usa, 1 solo green bond da inizio anno
Nel primo trimestre 2025, negli Stati Uniti è stato emesso un solo green bond aziendale, da Oglethorpe Power per 350 milioni di dollari, minimo dal 2015. Le emissioni si sono ridotte drasticamente per le pressioni e accuse dal mondo della politica, attraverso ostruzionismo legale e legislativo, e, da sinistra, per accuse di greenwashing. Le aziende, pur continuando a investire in efficienza e sostenibilità, adottano una strategia “wait and see”, evitando il marchio green per timore di controversie. Inoltre, il greenium, il premio riconosciuto agli emittenti green, si è azzerato, rendendo queste obbligazioni meno vantaggiose. Al contrario, il mercato globale è in espansione: Bnp Paribas prevede emissioni per 660 miliardi di dollari nel 2025 (+8%), trainate da Cina e green bond in scadenza. Negli Usa, il segmento municipale resiste con forti emissioni, mentre Europa, Medio Oriente e Africa segnano un calo. Sean Kidney sottolinea che «l’etichetta green resta fondamentale per la trasparenza e l’allineamento a standard globali, il mercato crescerà, anche se con più ostacoli».
ABBIAMO PARLATO DI…
Jean-Jacques Barbéris, responsabile della divisione istituzionale e aziendale e Esg di Amundi
ARTICOLO: Anti-Esg Usa, festeggiano i gestori Ue
Negli Stati Uniti, le pressioni politiche e legali contro le politiche Esg hanno spinto grandi gestori patrimoniali come BlackRock, Pimco, Goldman Sachs AM e JP Morgan AM a lasciare l’alleanza Climate Action 100+. Questo disimpegno ha spinto diversi investitori europei a rivedere i mandati affidati a gestori Usa, riallocando capitali verso realtà più coerenti con gli obiettivi climatici. Nei primi due mesi del 2025, i fondi Esg europei hanno registrato afflussi netti per 3,5 miliardi di dollari, mentre quelli statunitensi hanno subito deflussi per 3,1 miliardi. State Street ha perso importanti mandati nel Regno Unito e in Scandinavia; anche BlackRock è sotto pressione da parte del fondo pensione olandese Pme. Le società europee, come Amundi, colgono l’opportunità per rafforzare il proprio ruolo, promuovendo trasparenza e coerenza Esg. Le tensioni tra USA e UE si estendono ora anche al fronte finanziario e ambientale, con l’amministrazione Trump che esercita pressioni sulle aziende europee per modificare le loro politiche di diversità, generando reazioni critiche.
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