
Ferma per tre settimane, dalle 6 di lunedì 12 a fine mese di maggio, una linea del reparto acciaieria, dove si produce acciaio liquido. Il management di Acciai Speciali Terni Arvedi, come nelle precedenti fermate, ha comunque comunicato ai delegati delle rappresentanza sindacale unitaria, che il personale coinvolto potrà recarsi al lavoro rispettando il proprio turno di appartenenza.
Si tratta di una delle fermate più lunghe degli ultimi mesi, motivate da tempo da parte dell’azienda da scarichi produttivi.
Le aziende energivore sono al collasso perché costrette a pagare l’energia elettrica più cara d’Europa e la materia prima strategica, il rottame, continua a uscire dal Continente. Gli imprenditori del settore e Federmeccanica hanno più volte denunciato la situazione e chiedono, senza mezzi termini, scelte concrete dall’Unione Europea e regole giuste per competere ad armi pari con l’agguerrita concorrenza. Ast, almeno per il momento, acquista bramme dall’Indonesia, salvando le lavorazioni che partono dal treno a caldo e tutti gli impianti del freddo. Soltanto percorrendo questa strada è garantita la sopravvivenza del sito di viale Brin e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Intanto, per quanto riguarda il problema delle tariffe energetiche, i ministeri delle Imprese e del Made in Italy e dell’Ambiente, secondo quanto riferito dal ministro Adolfo Urso all’ultimo tavolo a Roma, stanno studiando agevolazioni dedicate alle aziende energivore nell’ambito del rinnovo delle concessioni idroelettriche previste al 2029 e l’introduzione di incentivi all’acquisto di rottame per l’acciaio speciale, strategico per la transizione verde e digitale del Paese.
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