
Al 31 dicembre 2024 in provincia di Rimini sono presenti 343 aziende agricole biologiche, considerando i produttori agricoli, pari al 6% del totale regionale (penultima posizione, davanti a Ravenna), con una diminuzione annua dell’1,7% (-1,2% in Emilia-Romagna). L’incidenza delle imprese “bio” sul totale delle imprese agricole è del 16,4%, superiore al peso delle stesse in Emilia-Romagna (12,1%). I dati sono della Camera di commercio della Romagna.
La Sau biologica ammonta a 10.256 Ha (5,3% del totale regionale), in calo rispetto al 2023 (-1,5%), diversamente dalla sostanziale stabilità dell’Emilia-Romagna (+0,1%); la relativa incidenza, sulla SAU complessiva, risulta pari al 31,0% (secondo posto, dopo Forlì-Cesena, tra le province emiliano-romagnole), nettamente superiore a quella regionale (18,6%).
Nel 2024, il 75,5% del totale della Sau biologica è stato destinata ai seminativi, il 17,2% alle foraggere e il restante 7,3% alle colture arboree, con prevalenza, in queste ultime, della coltivazione della vite (4,0%).
In provincia le imprese agricole con almeno un allevamento biologico sono 61, con una variazione annua negativa (-16,4%); 92, invece, risulta il totale degli allevamenti biologici (settima posizione tra le province regionali, davanti a Ravenna e Ferrara), di cui la maggior parte destinati a bovini e bufalini (53 unità).
“L’agricoltura biologica è un settore sostenuto da innovazione e ricerca, che richiede figure professionali sempre più specializzate, sia in ambito tecnico, sia nella gestione dei moderni canali di vendita e nella promozione del Made in Italy agroalimentare nel mondo. Lo sviluppo del settore Bio, quindi, va di pari passo con la nascita di nuove competenze e professionalità ed è, quindi, una grande opportunità per la ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità, soprattutto per i giovani – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Nel nostro territorio romagnolo, dopo anni di crescita, negli ultimi due anni si è registrato un rallentamento del settore biologico. Questo andamento è stato influenzato da eventi atmosferici estremi e dalle difficoltà della congiuntura economica. Tuttavia, va evidenziato che negli ultimi dieci anni il settore ha conosciuto una forte espansione, con una decisa crescita sia dei produttori bio (+66,4% sul 2014) sia delle relative superfici coltivate, quasi raddoppiate nel lungo periodo e che superano il target del 25% previsto dal Green Deal Europeo per il 2030”.
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