17 Maggio 2025
Ocm Vino promozione 2025/2026, un “bando che vede le istituzioni andare incontro alle imprese”


Un importante e concreto segnale della volontà delle istituzioni e del Ministero dell’Agricoltura in particolare di andare incontro alle imprese, con più flessibilità e apertura anche ai più piccoli, e un passo importante nella direzione della trasparenza dei processi, attraverso la piattaforma digitale con cui si presenteranno i progetti per richiedere i cofinanziamenti per promuovere nel mondo il vino italiano, che attraversa un momento non semplice (come del resto tutto il settore a livello generale). È il giudizio sul bando Ocm Vino Promozione 2025/2026 pubblicato in queste ore dal Ministero dell’Agricoltura, di Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies, studio che lavora sull’internazionalizzazione delle imprese e che, da 20 anni, segue il percorso della misura Ocm, con progetti importanti realizzati per alcune delle più famose e importanti realtà del vino italiano (e che conferma il sentiment espresso da tutte le organizzazioni di rappresentanza della filiera, come abbiamo riportato ieri, ndr).
“Il tema vero è che c’è la dimostrazione concreta che il Ministero sta provando a dare una mano alle imprese – commenta Ballotta a WineNews – ovviamente si può migliorare ancora, ma si sta andando verso una maggiore flessibilità e disponibilità nei confronti dei produttori e degli operatori che cercano di accedere al contributo. È un segnale importante in un momento complesso per il mercato del vino. Come lo è quello della procedura tutta online sul portale del Sian, che chiaramente andrà valutato e rodato, ma che rappresenta non solo uno snellimento burocratico, ma anche un passo importante nella direzione di una maggiore trasparenza del processo, che è importantissima visto che si parla di fondi pubblici. Un tema che resta però da affrontare, a livello sistemico, è quello dei controlli (oggi delegati ad Agencontrol, l’agenzia pubblica per i controlli in agricoltura, ndr), che ci devono essere, con rigore, perché le norme vanno rispettate, ma che si prestano ad interpretazioni che a volte creano grande rigidità, e che in molti casi si basano su aspetti non più in linea con i tempi, che cambiano velocemente, e con le esigenze e le dinamiche che le imprese affrontano sui mercati”.
Diverse, come abbiamo scritto ieri, le novità introdotte dal bando come sottolinea anche la stessa Business Strategies. A partire dalla riduzione delle giacenze minime per accedere al bando, che allarga la platea dei possibili beneficiari, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese. “Con il requisito delle giacenze minime abbassato a 750.000 litri di vino imbottigliato (rispetto al precedente 1 milione), il bando si apre a un numero maggiore di aziende. Questo significa che anche le piccole e medie imprese del settore vitivinicolo possono accedere ai finanziamenti e puntare ai mercati globali”, sottolinea Business Strategies.
Ma un altro aspetto fondamentale è quello della flessibilità, con una delle novità più attese che “è la possibilità di riallocare le attività promozionali tra i Paesi terzi in base a risparmi o nuove opportunità strategiche. “Un approccio dinamico che permette di adattare le campagne alle evoluzioni del mercato, garantendo interventi più efficaci e mirati”. E oltre al già sottolineato procedimento online per presentare i progetti, un altro elemento importante di novità è quello del “tariffario ufficiale” per i costi delle azioni in 5 mercati chiave come Stati Uniti, Cina, Canada, Svizzera e Regno Unito, che di fatto va a sostituire l’obbligo di presentare tre preventivi per ogni azione che aveva creato più di qualche difficoltà negli anni scorsi. “Un tariffario da mettere a punto in futuro, aggiornandolo e affinandolo ancora, ma che è un primo passo importante e che quanto meno dà delle basi certe sulle quali lavorare”, aggiunge Ballotta. Con il nuovo bando Ocm Promozione che, dunque, rilancia con forza uno strumento fondamentale per sostenere il settore del vino italiano che, nei mercati extra Ue che ne sono l’oggetto, ha realizzato il 60% dei suoi 8,1 miliardi di euro di export nel 2024.


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