17 Maggio 2025
Passaporto digitale del prodotto: cos’è e come funziona


La novità del passaporto digitale del prodotto arriva dal regolamento UE sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili. Tra i settori interessati in via prioritaria c’è anche la moda: cosa prevede l’obbligo in arrivo dal 2027

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Anche i capi di abbigliamento avranno la loro carta d’identità europea con l’introduzione del passaporto digitale del prodotto, che arriva dal regolamento UE sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili in vigore dal 18 luglio 2024.

L’obbligo di mettere a disposizione dei potenziali clienti, e non solo, una sorta di biografia con tutte le informazioni utili e la ricostruzioni del ciclo di vita di ciò che stanno acquistando debutterà nel 2027. La moda è tra i settori interessati in via prioritaria.

Tramite QR code o altri supporti, dovrà essere possibile accedere a una serie di dati accurati, completi e aggiornati.

Che cos’è il passaporto digitale del prodotto e perché viene introdotto?

“Il passaporto digitale di prodotto è uno strumento importante per mettere le informazioni a disposizione dei soggetti lungo l’intera catena del valore e si prevede che la sua disponibilità migliori sensibilmente la tracciabilità lungo la catena del valore di un prodotto”, si legge nel testo del regolamento UE n. 2024/1781.

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A livello europeo, con l’Ecodesign for Sustainable Products Regulation – ESPR, è stato definito un quadro per migliorare la sostenibilità ambientale dei prodotti e assicurare la libera circolazione nel mercato interno, stabilendo nuovi standard di progettazione ecocompatibile.

Nel passaporto digitale ci saranno notizie sulla durabilità e sulla riparabilità, sul  contenuto riciclato o sulla disponibilità di pezzi di ricambio.

In questo modo, sottolinea il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, anche prima dell’acquisto sarà possibile accedere alle informazioni sui prodotti e sul loro ciclo di vita attraverso gli identificativi univoci che confluiranno in un apposito registro.

Aiutare i clienti a compiere scelte consapevoli, migliorando l’accesso a una serie di dati rilevanti, è uno degli scopi alla base della novità. Ma non è l’unico.

L’introduzione del DPP (Digital Product Passport) riguarda tutti gli attori coinvolti nei cicli di produzione e di vendita ed è finalizzato a facilitare anche i controlli doganali. Proprio per il suo ampio raggio d’azione, dovrà essere di semplice accesso e utilizzo.

Come funziona il passaporto digitale del prodotto?

La fotografia del ciclo di produzione e di vita del prodotto sarà accessibile in maniera digitale tramite QR code o altri supporti.

Nei casi in cui è possibile, però, le informazioni che contiene dovrebbero arricchire anche il pacchetto di dati non digitali contenuti, ad esempio, nel manuale o sull’etichetta.

E inoltre, sempre nei casi che lo permettono, il passaporto digitale dovrà trovare spazio sul prodotto stesso in modo tale da rendere accessibile l’identikit durante tutto il suo ciclo di vita.

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Le imprese della moda saranno tra le prime a confrontarsi con questa novità: il settore tessile rientra, infatti, tra gli ambiti a cui applicare in via prioritaria le disposizioni del regolamento UE sulla progettazione ecocompatibile.

Passaporto digitale di prodotto: quali informazioni contiene?

Con il passaporto digitale del prodotto, si creerà un flusso di informazioni, anche sulla sostenibilità e circolarità, tra le imprese della catena produttiva, le autorità e i consumatori.

Ad ogni tipologia di prodotto dovrà essere associato uno specifico pacchetto di dati: i lavori della Commissione sull’attuazione del regolamento ESPR sono attualmente ancora in corso.

A grandi linee il passaporto digitale dovrà basarsi sui seguenti contenuti:

  • prestazioni tecniche del prodotto;
  • materiali e loro origini;
  • attività di riparazione;
  • capacità di riciclaggio;
  • impatti ambientali del ciclo di vita.

Nei prossimi anni sempre più prodotti, capi d’abbigliamento e non solo, avranno una carta d’identità digitale capace di memorizzare informazioni rilevanti sulla sostenibilità dei prodotti, per promuovere la circolarità e favorire la trasparenza.



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