
Le imprese italiane mostrano ancora un forte ritardo nel rendere trasparenti i propri impatti ambientali e sociali. I dati più recenti confermano che pochissime aziende, in particolare le piccole, redigono il bilancio di sostenibilità, strumento fondamentale per dimostrare responsabilità negli affari. A fare da contraltare c’è la scarsa adozione dell’intelligenza artificiale, una tecnologia che in molti casi potrebbe sostenere proprio quei processi ancora troppo faticosi per molte realtà produttive nel nostro Paese.
Tecnologie digitali e sostenibilità, un binomio ancora poco sfruttato
Secondo un rapporto diffuso da ConsumerLab, centro studi che si occupa di sostenibilità, una piccola percentuale di imprese italiane produce un bilancio di sostenibilità. Per le aziende con meno di 50 dipendenti, questa cifra si ferma ad appena l’1%. Le medie e grandi aziende fanno qualcosa di più, sfiorando l’11%, ma non arriva neppure a coprire la metà del totale delle imprese di maggiori dimensioni. Questi numeri sono piuttosto preoccupanti soprattutto a fronte dell’attenzione sociale e mediatica crescente che ruota intorno alla sostenibilità.
Il valore del bilancio di sostenibilità nel racconto aziendale
Il bilancio di sostenibilità non è solo un obbligo formale, ma un documento chiave che permette alle imprese di raccontare la loro gestione degli aspetti ambientali e sociali. Chi lo produce, in realtà, si assume l’impegno di comunicare in maniera trasparente a clienti, fornitori e investitori i propri punti di forza e le lacune in questo ambito. Eppure, nonostante il richiamo sempre più forte nei dibattiti pubblici e le normative in continuo sviluppo, la grande maggioranza delle aziende italiane fatica a rendere visibili questi dettagli.
Rischio di arretratezza per le imprese italiane nella digitalizzazione
Oltre alla scarsa predisposizione a redigere i bilanci di sostenibilità, le tecnologie digitali, e in particolare l’intelligenza artificiale, non sono ancora integrate nelle strategie aziendali italiane. I dati più aggiornati indicano infatti che solo l’8,2% delle imprese con almeno dieci dipendenti impiega strumenti di IA, lontano dal 13,5% che si osserva in media in Europa. Questa ritrosia o lentezza di adozione limita le possibilità di creazione di processi più efficienti e di riduzione degli sprechi.
Potenzialità dell’intelligenza artificiale nella sostenibilità
L’intelligenza artificiale rappresenta un valido supporto nelle attività di monitoraggio e comunicazione, grazie alla capacità di raccogliere dati in tempo reale e generare report chiari. Può contribuire a migliorare la trasparenza nei confronti del pubblico, rendendo più semplice l’aggiornamento e la condivisione degli indicatori di sostenibilità aziendale. Sul piano operativo, l’IA può ottimizzare le linee produttive, riducendo consumi di energia e materie prime. Così, taglia sprechi e emissioni nelle filiere logistiche e nelle attività quotidiane dell’azienda.
Risparmi e vantaggi economici delle tecnologie intelligenti nelle imprese
ConsumerLab ha stimato che l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle politiche di sostenibilità aziendale potrebbe portare a una consistente riduzione dei costi legati a diverse operazioni: organizzazione, produzione, raccolta dati, redazione dei bilanci, attività di pubblicità. Si parla di una diminuzione che va dal 20% fino al 30% di queste spese.
I risparmi annuali stimati variano a seconda della dimensione aziendale. Le piccole imprese, che spesso devono affrontare risorse limitate, potrebbero arrivare a risparmiare attorno ai 5mila euro ogni anno. Le aziende di dimensioni maggiori, soprattutto quelle con produzioni più complesse e strutturate, avrebbero la possibilità di tagliare costi per cifre vicine ai 20mila euro annui grazie all’uso combinato di strumenti digitali e procedure più mirate.
Questi dati aprono a scenari interessanti per lo sviluppo di modelli di business più rispettosi dell’ambiente e allo stesso tempo più competitivi nella gestione economica. Restano però fermi alcuni nodi legati alla cultura d’impresa e all’adeguamento tecnologico, ancora poco diffuso a tutti i livelli.
Evento a roma per il futuro della sostenibilità e digitalizzazione nelle aziende
Il quinto “Campus Future Respect”, organizzato dal 8 al 10 maggio a Roma da ConsumerLab, in collaborazione con Esselunga, Rina e Matchless, ha rappresentato un momento di confronto su questi temi. L’evento ha coinvolto esperti, rappresentanti di aziende e istituzioni con l’obiettivo di stimolare riflessioni sui progressi e le difficoltà delle imprese italiane nel campo della sostenibilità.
Si è discusso soprattutto del ruolo che l’intelligenza artificiale potrebbe avere come strumento per migliorare la trasparenza, l’efficienza e l’orientamento a pratiche più responsabili. L’iniziativa ha dato spazio a casi concreti e testimonianze, mostrando esperienze di chi ha già scelto di integrare nuovi metodi nella propria attività.
Lo scenario che emerge conferma una realtà ancora in movimento ma segnata da divari tra chi adotta tecnologie avanzate e chi invece resta legato a metodi tradizionali. Restano aperti molti interrogativi su come accompagnare con attenzione e formazione quella parte del tessuto produttivo italiano che fatica ad aggiornarsi in un campo sempre più indispensabile anche per la competitività stessa.
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