
«Sulle liste di attesa faccio un appello alle Regioni»
Una risposta del presidente del Consiglio è stata sulle liste di attesa nella sanità. «Devo fare io un appello alle regioni», ha affermato, rispondendo a una interrogazione del presidente dei senatori Pd Francesco Boccia. «Noi – ha aggiunto – stanziamo delle risorse che non gestiamo, le gestiscono le regioni, ok? Ma per le opposizioni la responsabilità è tutta del governo. Allora che cosa ha fatto il governo? Ha fatto un decreto sulle liste d’attesa» con cui può «eventualmente intervenire con dei poteri sostitutivi quando non si riesce» e «cerchiamo di dare una mano. Le regioni – ha sottolineato la premier – , trasversalmente in questo caso su questo non sono d’accordo però almeno gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi e essere responsabili di quello che non funziona. C’è un problema in questa cosa che segnalo».
Meloni: rimpatriato il 25% dei migranti in Albania
Sulle politiche di gestione dei flussi migratori, Meloni ha posto l’accento sul fatto che «alla fine di questa settimana oltre il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà già stato rimpatriato in tempi che sono molto veloci, a dimostrazione di come la strategia e le procedure che abbiamo messo in campo nonostante i tentativi di bloccarle per ragioni chiaramente ideologiche, stanno funzionando. Vogliamo un’Italia finalmente capace di far rispettare le regole, di essere intransigente con chi delinque e di difendere la sicurezza dei cittadini onesti», ha sottolineato la leader di Fratelli d’Italia.
«Il Parlamento potrà migliorare il ddl sul femminicidio»
Una domanda alla premier è stata sul dramma dei femminicidi. Al testo che introduce il reato di femminicidio, ha detto la premier in aula, «il Parlamento potrà apportare le modifiche che riterrà opportune per renderlo più efficace, credo che quella sia la sede per presentare la sua proposta e ampliare lo spettro del reato».
Botta e risposta Meloni-Renzi al Senato
Il “Premier Time” registra dunque un botta e risposta tra Meloni e Renzi. Renzi a nome del suo gruppo rivolge un quesito su più punti, dalla posizione sull’internazionalizzazione del governo, alle riforme costituzionali promesse al sistema delle preferenze, e concludendo che la premier ha cambiato idea su quasi tutti, definendola «campionessa dell’incoerenza». Meloni prende la parola con tono sarcastico: «Sinceramente mi è sfuggita la domanda», e premette di aver «ereditato una situazioncina un tantino compromessa».
Calenda a Meloni, no a gioco tre carte, rischio è diventare Paese serie C
«Riteniamo ci sia una grande confusione su un argomento su cui non ci può essere confusione: è quello della difesa e della sicurezza nazionale – osserva il leader di Azione Carlo Calenda, nel suo intervento in aula a Palazzo Madama -. Le dichiarazioni del ministro Crosetto sull’esercito inadeguato in questo contesto geostrategico sono chiare. Senza una deroga al Patto della stabilità, una Difesa all’altezza dei tempi non è possibile. Ma il colpo di scena è che il ministro Crosetto ha detto che il 2% lo raggiungeremo attraverso lo spostamento di poste di bilancio. Questo è un gioco delle tre carte che non può essere accettato per un grande Paese. Oggettivamente, sono parzialmente soddisfatto. Vorrei sapere se noi compriamo qualche missile in più, se c’è uno stanziamento di bilancio che aumenta e in che misura aumenta. Se noi affrontiamo questa fase della storia con un esercito con un’età media di 59 anni, noi diventiamo un Paese di serie C. Che io lo debba ricordare alla destra italiana, mi sembra surreale», conclude Calenda.
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