
L’Unione europea va in soccorso della Francia: ha ottenuto il via libera della Commissione Ue il regime di aiuti all’export di liquori e vini francesi nel mercato Usa, per far fronte ai dazi di Donald Trump.
Gli aiuti saranno validi per un bimestre, dall’8 maggio al 8 luglio 2025. Bruxelles ha dato il suo via libera, ai sensi delle norme Ue sugli aiuti di Stato, a un regime francese di riassicurazione del valore di 5 miliardi di euro.
Il meccanismo Cap Francexport
Il sostegno mira a proteggere un settore non solo economico, ma anche altamente simbolico: i vini francesi, così come il cognac e altri liquori made in France, sono un patrimonio culturale ed economico nazionale ed europeo.
Il regime notificato da Parigi, implementato sotto l’ombrello del sistema Cap Francexport, si basa su una formula già esistente gestita da Bpifrance Assurance Export. Questo strumento permette allo Stato di intervenire nei mercati in cui le assicurazioni private non offrono copertura sufficiente o sostenibile, a causa di rischi troppo elevati, come quelli legati a instabilità politica, rischio di cambio oppure alta probabilità di inadempienza nei pagamenti.
In questo caso specifico, la Francia ha chiesto alla Commissione di includere temporaneamente gli Stati Uniti tra i Paesi “non assicurabili” sul mercato privato, in modo da offrire alle imprese esportatrici un’alternativa per proteggere i propri crediti commerciali nei confronti di partner americani.
L’inclusione, come detto, è limitata al bimestre maggio-luglio 2025, periodo strategicamente scelto per consentire agli esportatori di anticipare le spedizioni verso gli Usa prima dell’entrata in vigore della nuova ondata di dazi.
La Commissione ha valutato il regime sulla base dell’articolo 107(3)(c) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, che consente agli Stati membri di sostenere attività economiche in determinate condizioni, e della Comunicazione sui crediti all’esportazione a breve termine.
Secondo l’analisi di Bruxelles:
- la scarsità di assicurazioni private rende alcuni rischi temporaneamente “non assicurabili” per le imprese francesi che esportano negli Usa;
- il regime francese è ritenuto necessario, adeguato e proporzionato per facilitare le esportazioni in un periodo critico;
- la misura ha un effetto incentivante perché, si ritiene, senza il sostegno pubblico le imprese non sarebbero in grado di compiere le operazioni di esportazione in modo sicuro;
- l’autorizzazione è quindi stata concessa, in quanto il regime rispetta le regole Ue sugli aiuti di Stato.
Questo il commento di Teresa Ribera, Vicepresidente esecutiva Ue per una Transizione pulita, giusta e competitiva:
La Commissione ha risposto rapidamente alla richiesta della Francia di approvare questo regime di riassicurazione delle esportazioni. Data la possibile carenza di crediti all’esportazione verso gli Stati Uniti a livello Ue durante questo periodo, la Commissione applicherà lo stesso approccio a tutti i casi futuri analoghi notificati dagli Stati membri.
Al momento, non si hanno notizie in merito a misure simili volte al sostegno dei vini italiani. Ma, come ha annunciato Ribera, le porte sono aperte.
L’ombra dei dazi e il rischio di guerra commerciale
Il contesto è noto: Parigi si è mossa nell’ambito della ventilata escalation tariffaria innescata dagli Stati Uniti. Lo scorso 2 aprile 2025, Washington ha ufficializzato una nuova serie di dazi: 25% su acciaio, alluminio, auto e componenti (nel quadro dei cosiddetti “dazi Section 232”) e 20% su macchinari, prodotti agroalimentari e bevande, settori di punta delle esportazioni europee.
Il 9 aprile, però, la Casa Bianca ha annunciato una sospensione temporanea di 90 giorni su alcuni dei dazi previsti, seguita da una contromossa analoga da parte dell’Unione europea. L’obiettivo comune è quello di aprire una finestra diplomatica per negoziare un accordo commerciale più equilibrato. I dazi, tirando le somme, sono soprattutto uno strumento negoziale.
Ue pronta a introdurre i controdazi
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha comunque chiarito che se i negoziati falliranno, l’Ue è pronta a reintrodurre i controdazi già predisposti.
Secondo dati di Business France, nel 2024 l’export di vini e liquori francesi verso gli Stati Uniti ha superato i 4,2 miliardi di euro, rendendo gli Usa il primo mercato extra-Ue per questi prodotti.
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