
Secondo il MASE, i nuovi regimi di sostegno al biometano da scarti agricoli e rifiuti organici partiranno nel 2027. Il Consorzio Italiano Compostatori chiarisce: “Bene il sostegno all’energia, ma servono supporti normativi ed economici al riciclo organico”. Il senatore Andrea De Priamo: “Serve una strategia che garantisca l’applicazione sana e corretta dei principi dell’economia circolare”
Gli incentivi alla produzione di biometano proseguiranno anche dopo la fine del PNRR. Senza contributi in conto capitale ma con minori costi di connessione a carico degli operatori e una maggiore integrazione tra offerta e domanda di metano verde da scarti agricoli e rifiuti organici, “per puntare all’obiettivo al 2030 dei 5,8 miliardi di metri cubi da immettere nel sistema produttivo” ha spiegato Giovanni Perrella, membro della segreteria tecnica del dipartimento energia del Ministero dell’Ambiente, nel corso di un digital talk su Ricicla.tv. “Il mondo non finisce con il PNRR – ha detto – i nuovi sistemi di incentivazione partiranno nel 2027 e prevedranno la compartecipazione tra produttori e utilizzatori industriali, con lo Stato a finanziare solo il differenziale tra costi di produzione e utilizzo, anche per ridurre l’impatto degli incentivi sulle bollette del gas. Questo significa che saranno avvantaggiati gli impianti nei quali produrre biometano costa di meno”.
A differenza del ciclo finanziato dal PNRR, i nuovi sostegni non riconosceranno contributi in conto capitale ma, assicura Perrella, si farà in modo da abbattere i costi di realizzazione degli interventi. “Nell’ambito del REPowerEu stiamo lavorando alla riforma dei costi di connessione – ha spiegato – per rimodularli a favore dei produttori, ribaltando il rapporto attuale tra i costi a carico del proponente e quelli a carico degli oneri di sistema. Un risparmio che secondo i nostri calcoli equivale più o meno al valore dei contributi in conto capitale finanziati dal PNRR”.
Bene l’annuncio del nuovo ciclo di incentivi, ma per consolidare la filiera nazionale di riciclo organico servono anche leve normative ed economiche “che promuovano l’efficienza degli impianti, la qualità della raccolta differenziata e l’utilizzo del compost“, ha spiegato Massimo Centemero, direttore del Consorzio Italiano Compostatori. Questo il percorso da tracciare nel post PNRR per sostenere lo sviluppo, e l’economicità, di un sistema già oggi capace di esprimere numeri di primissimo livello in Europa, con la differenziata che nel 2024 ha coperto l’88% della popolazione nazionale e un tasso di intercettazione dell’umido domestico pari a tre volte quello medio in Ue, che ha consentito di raccogliere oltre 5,5 milioni di tonnellate. Quantità gestite da una rete di impianti che, al netto dei ritardi di alcune aree prevalentemente al centro-sud, garantisce la trasformazione in compost e biogas di tutti rifiuti a matrice organica raccolti sul territorio nazionale.
Per effetto dei due cicli di incentivazione del biometano attivati nel 2018 e nel 2022 “oggi i tre quarti dei rifiuti umidi raccolti sul territorio nazionale vanno a digestione anaerobica”, ha chiarito Centemero, secondo cui allo scadere del PNRR, tra gli incentivi erogati dal GSE e i fondi per la realizzazione di nuovi impianti, la produzione di biometano da forsu potrebbe toccare da sola “i 400 milioni di metri cubi”. Ferma restando la necessità di colmare le residue carenze territoriali di trattamento, insomma, oltre a spingere la realizzazione di nuovi impianti utilizzando la leva degli incentivi al biometano “dobbiamo concentrarci sull’ultimo miglio – ha chiarito Centemero – partendo dall’aumento dell’intercettazione di rifiuti a matrice organica, non solo umido domestico ma anche sfalci del verde e fanghi da depurazione, e dal miglioramento della qualità, che invece sta peggiorando“.
L’incremento della quantità e della qualità della raccolta, del resto, saranno fondamentali per puntare al target europeo complessivo di riciclo dei rifiuti urbani fissato al 65% entro il 2035. Per questo, ha osservato Centemero, potrebbe essere utile introdurre “obiettivi specifici di filiera” e, nello specifico, un fin qui inedito target di riciclo organico, che contribuirebbe a riaccendere i riflettori sulla trasformazione dei rifiuti in fertilizzante naturale, tema finito negli ultimi anni nel cono d’ombra delle più ‘attraenti’ misure sulla produzione di energia rinnovabile. Se in materia di biogas e biometano, infatti, i sostegni non mancano – e non mancheranno neppure dopo il PNRR – è soprattutto sul piano della produzione di compost che, spiega, “mancano gli strumenti di supporto, economici e non”. Serve una strategia “che non metta in competizione le modalità di trattamento della frazione organica – ha osservato il senatore Andrea De Priamo – una strategia che garantisca l’applicazione sana e corretta dei principi dell’economia circolare, anche in termini di territorialità degli impianti”.
Tornando al biometano, dovrebbero arrivare nel giro di pochi giorni le prima risposte dell’Ue alla richiesta di rimodulazione del PNRR necessaria a completare il ciclo di incentivi finanziato con 1,7 miliardi di euro. “Il dialogo con la Commissione è in corso – ha spiegato Giovanni Perrella – otterremo una risposta tecnica nella prossima settimana, mentre la risposta formale speriamo possa arrivare entro giugno, in modo tale da consentire agli operatori di avviare i lavori e terminarli entro la scadenza del 30 giugno 2026“. Per effetto del gran numero di domande presentate nell’ambito della quinta gara GSE, infatti, la misura ha esaurito anzitempo il budget disponibile. Per dare risposta a circa 150 imprese che si sono viste assegnare la tariffa incentivante ma sono rimaste scoperte per la parte del contributo in conto capitale serve più di mezzo miliardo di euro. “Circa 640 milioni – ha precisato – che stiamo provando a reperire su altre iniziative che hanno ‘tirato di meno’”.
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